Quando i misteri si svelano

Nautoscopio di Palermo (c) Patrizia Grotta
Nautoscopio di Palermo (c) Patrizia Grotta

Chi nella propria vita non ha avuto a che fare con un "mistero" che - tale per lungo tempo - si disvela all'improvviso per una del tutto casuale combinazione di eventi? Nessuno, crediamo! E non è necessario essere esploratori avventurosi per imbattersi in un mistero né occorre la licenza da investigatori per venirne a capo :-) Basta - come sempre - vivere l'ambiente in cui siamo calati.

La prima volta che noi di Ljus av Balarm ci imbattemmo nell'oggetto misterioso risale a circa due anni e mezzo fa. Non lo avevamo mai visto lì, dove all'improvviso apparve come se nottetempo un'astronave - o una mareggiata! -

ve l'avesse depositato. Quella mattina faceva strana mostra di sé, sul prato del Foro Italico palermitano. A metà fra una meridiana e un moncone di vascello di legno in bilico attorno ad un albero maestro, stuzzicava la nostra curiosità ad ogni nostra visita al "salotto" sul mare di noi figli della Conca d'Oro. Quante ipotesi, quante fantasie, quante persone a cui chiedere "ma voi l'avete vista quella roba lì? Avete idea di che cosa sia?". Nel corso dei mesi e quindi degli anni, ci pareva a volte abbandonato a se stesso, come qualcosa di abortito, altre invece improvvisamente rivitalizzato da qualche presenza umana che vi si affaccendava attorno. Temevamo anche per "lui", quando le bordate di vento di tempesta si levavano dal mare devastando il lungomare e persino diveltendo i frangiflutti di cemento armato! Ma lui restava lì, continuando a svettare silenzioso e misterioso!

Finché giungeva finalmente questa fine d'aprile, con la sua promessa di bel tempo e con gli anelli di coincidenza che avrebbero condotto al disvelamento. Una delle solite passeggiate con l'energico cucciolo Thorsten, un casuale incontro con un passante, una carezza al "bel cane", uno scambio di battute sul sole che finalmente sembra sicuro di sé nell'azzurro ritrovato del cielo panormita, un commento sulla devastazione provocata dalla tempesta, una battuta su quella strana costruzione e il passante che ce ne svelava il nome, così con naturalezza, come se quello che per noi era stato un intrigante mistero per lui non fosse altro che una conoscenza radicata e abituale: "nautoscopio". E addirittura ce ne raccontava la storia, la simbologia, il meccanismo, lasciandoci poi con una sensazione di ricchezza. Non eravamo ancora sazi di questo disvelamento, che già l'indomani un'altra passeggiata ci riportava su quel prato, ci faceva raccontare alla nostra accompagnatrice quanto appreso il giorno prima e allora si andava a dargli un'occhiata perché "pare che ci sia della gente in fila" proprio al cospetto dell'ex oggetto misterioso. Ancora pochi minuti per trovarsi addirittura "a bordo" del Nautoscopio, ad osservare Palermo da qualche metro di altezza, conquistata l'essenza del mistero in un inizio di serata dolce e pacato.

Stamattina resta forse un po' la nostalgia della curiosità che per anni ci ha vivificati, ma soprattutto sovrabbonda la pienezza dell'aver fatto una nuova esperienza, dell'aver conquistato un nuovo livello di prospettiva sulla città e - metaforicamente - sulla vita.

Tanto, lo sappiamo e ci crediamo fermamente, la vita ci riserva molti altri misteri con cui giocare di fantasia!

Buona vita a tutti!

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Commenti: 1
  • #1

    Daniele (venerdì, 27 aprile 2012 09:51)

    Che belle le foto, Ljus! E grazie per aver svelato il mistero, anch'io mi interrgavo da un bel po'.